«Eccoti finalmente a Torre Alfina, dopo tanto frugare tra le pieghe di più regioni, province e altri grandi e piccoli borghi. Ad fines, avrebbero detto gli antichi Romani che già abitavano, come gli Etruschi, questi luoghi appartati dove non si arriva mai per caso».
Inizia così la narrazione di Rita Pepparulli, rivolgendosi al turista e allo studioso, curiosi di scoprire il presente e il passato di uno dei più piccoli e più bei borghi d’Italia; prosegue accompagnandolo alla scoperta dei vicoli e delle piazzette che, dal basso, conducono al castello, vanto del borgo e luogo splendido, visitabile e utilizzabile per cerimonie private; conclude il viaggio, infine, immergendolo nei paesaggi naturali che circondano il borgo, nella Riserva naturale di Monte Rufeno, nella magia del Bosco del Sasseto, e aprendogli le porte del Museo del fiore.
Inizia così la narrazione di Rita Pepparulli, rivolgendosi al turista e allo studioso, curiosi di scoprire il presente e il passato di uno dei più piccoli e più bei borghi d’Italia; prosegue accompagnandolo alla scoperta dei vicoli e delle piazzette che, dal basso, conducono al castello, vanto del borgo e luogo splendido, visitabile e utilizzabile per cerimonie private; conclude il viaggio, infine, immergendolo nei paesaggi naturali che circondano il borgo, nella Riserva naturale di Monte Rufeno, nella magia del Bosco del Sasseto, e aprendogli le porte del Museo del fiore.