Papa Martino IV è collocato da Dante nel Purgatorio per la colpa di essere stato oltre misura goloso. Alcuni commentatori della Commedia hanno ulteriormente contribuito ad accentuare, anche con una venatura satirica, l’immagine del papa ghiottone, arrivando ad affermare che sarebbe morto per indigestione.
Antonio Quattranni concede invece a Martino IV il beneficio del dubbio, proponendo una lettura dei versi danteschi sulla presunta ingordigia del papa che può sorprendere il lettore: partendo da un’accurata sintesi del contesto storico della fine del Duecento, l’autore afferma infatti che Dante avrebbe usato l’accusa di ghiottoneria con il preciso intento di sminuire la figura di Martino IV.
In appendice sono riproposti – in forma anastatica – tre testi su Martino IV scritti tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, che rappresentano a loro volta diversi modi di interpretare la citazione dantesca sul papa goloso delle «anguille di Bolsena e la vernaccia».
Antonio Quattranni concede invece a Martino IV il beneficio del dubbio, proponendo una lettura dei versi danteschi sulla presunta ingordigia del papa che può sorprendere il lettore: partendo da un’accurata sintesi del contesto storico della fine del Duecento, l’autore afferma infatti che Dante avrebbe usato l’accusa di ghiottoneria con il preciso intento di sminuire la figura di Martino IV.
In appendice sono riproposti – in forma anastatica – tre testi su Martino IV scritti tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, che rappresentano a loro volta diversi modi di interpretare la citazione dantesca sul papa goloso delle «anguille di Bolsena e la vernaccia».