I contemporanei, accanto alla santità, alla scienza teologica, all'eloquenza del predicatore, sottolineano di Bonaventura l'affabilità, la mitezza e la spontanea simpatia che suscitava in chiunque lo avvicinasse
Il libro racconta la vicenda umana di Giovanni di Fidanza (poi frate Bonaventura da Bagnoregio e infine san Bonaventura), la sua figura di uomo di governo, di filosofo, di teologo, di mistico. Bonaventura è avvicinato, è reso concreto. Le sue eccelse doti intellettuali non oscurano anzi, come in contrappunto, mettono in risalto il suo carattere umile, determinato, severo. È descritto dalle fonti come un uomo di bell’aspetto, amabile e naturalmente simpatico. Era inoltre di robusta costituzione, come testimoniato dai viaggi di decine di migliaia di chilometri attraverso l’Europa come ministro generale dei Francescani, per controllare di persona l’attuazione delle Regola nei conventi.
Nella seconda parte dell’opera viene delineata una storia del culto che Bagnoregio ha tributato al santo, testimoniato dalla reliquia del Santo Braccio, dal monumento di Aureli, dalle chiese ove sono conservate opere dipinte da importati artisti. Il lavoro ambisce a costituire il canovaccio di un pellegrinaggio bonaventuriano a Bagnoregio, da cui il titolo, San Bonaventura a Bagnoregio.
Nella seconda parte dell’opera viene delineata una storia del culto che Bagnoregio ha tributato al santo, testimoniato dalla reliquia del Santo Braccio, dal monumento di Aureli, dalle chiese ove sono conservate opere dipinte da importati artisti. Il lavoro ambisce a costituire il canovaccio di un pellegrinaggio bonaventuriano a Bagnoregio, da cui il titolo, San Bonaventura a Bagnoregio.